NOVARA - 08-12-2022 -- L’incidente mortale che costò la vita all’ex capitano dello Stresa Simonluca Agazzone e all’amico Matteo Ravetto fu anche colpa della mancata manutenzione dell’A26 da parte di Autostrade. Sono queste le conclusioni alle quali è pervenuta la Procura di Novara che, per l’incidente mortale avvenuto nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre del 2020 a Carpignano Sesia, chiede il rinvio a giudizio di due persone. Uno è il responsabile manutentore del Centro esercizio di Arona di Autostrade per l’Italia, un ingegnere di 40 anni. L’altro è il conducente della Volkswagen Golf a bordo della quale viaggiavano Agazzone e Ravetto. I tre stavano rincasando da una serata a Milano e, a poca distanza dal casello di Romagnano Sesia, verso le 3,30 furono coinvolti in un grave incidente. L’autista della vettura si trovò di fronte -in piena carreggiata- due cinghiali che non riuscì ad evitare. Dopo l’urto il veicolo sbandò sino a uscire di strada, causando il decesso istantaneo dei due occupanti.
Le indagini e la ricostruzione cinematica del sinistro hanno ricondotto, secondo il pm Silvia Baglivo, le responsabilità dello schianto a colui che guidava, ma anche all’ente gestore della strada, che non ha fatto nulla per evitare che i cinghiali invadessero l’A26. In particolare ha pesato, in questa valutazione, la scoperta che la rete posta a lato dell’autostrada proprio per evitare il possibile ingresso di animali selvatici, in alcuni punti era rotta o mancante.


