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Novara mole tra le case

NOVARA -20-09-17-Assolta. Si è chiuso

con questa sentenza il processo a carico di una quarantenne finita davanti al giudice con la pesante accusa di maltrattamenti alla figlia adolescente che era rimasta ad abitare con lei dopo la separazione dal marito. Tutto era accaduto nell’estate del 2012 quando improvvisamente la ragazzina dopo un periodo di vacanza con il padre, che nel frattempo si era trasferito in un’altra regione, manifesta la ferma intenzione di non voler più tornare dalla madre, con la quale, sosteneva, viveva in uno stato di disagio perché a volte la maltrattava. Rimbrotti, a suo dire, ma anche vere e proprie aggressioni fisiche. Non solo: aveva anche raccontato di una vita costellata da privazioni come quando erano rimaste senza corrente perché non era stata pagata la bolletta della luce, o quando mangiavano poco e male perché non c’erano i soldi per fare la spesa. Insomma, di tornare dalla madre proprio non voleva saperne. E quando il padre, per non incorrere in sanzioni per non aver osservato le disposizioni del giudice, aveva deciso, contro il suo parere, di riportarla comunque a casa, la sera prima della partenza lei era stata male: forti dolori all’addome e alla testa che avevano indotto il padre a portarla al pronto soccorso.  A quel punto lui aveva sporto denuncia contro la ex moglie e  la donna, assistita dall’avvocato Luca Berra, è finita in aula chiamata dalla Procura a rispondere della pesante accusa di maltrattamenti. Ma poi nel corso del dibattimento la stessa ragazza ha smussato gli angoli, sminuito i fatti,  fino ad ammettere che i rimproveri non erano fini a sé stessi ma motivati da esigenze educative ed era emerso, sulla scorta di altre testimonianze, che comunque, sebbene le condizioni di vita della donna non fossero propriamente agiate, la ragazzina non era mai stata trascurata né sotto l’aspetto fisico né sotto il profilo educativo. Lo stesso pubblico ministero in conclusione di requisitoria aveva chiesto l’assoluzione, richiesta sostenuta con forza dal difensore e accolta dal giudice che l’ha mandata assolta.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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