NOVARA-20-09-17-Chiuso il cerchio sul delitto
di Pombia: i carabinieri di Novara ieri mattina (martedì 19) hanno arrestato a Busto Arsizio Giuseppe Cauchi, imprenditore edile 52enne nativo di Gela ma da anni residente a Busto, colui che, secondo investigatori ed inquirenti sarebbe il mandante dell’omicidio di Matteo Mendola, 32 anni, anch'egli gelese di nascita residente a Busto Arsizio, il cui corpo fu trovato nei pressi di una fabbrica ormai dismessa nei boschi della frazione San Giorgio di Pombia la mattina del 5 aprile scorso. Un delitto dai contorni oscuri, a partire dalla zona del ritrovamento, particolarmente defilata dove non si arriva per caso, passando per le modalità particolarmente efferate con le quali quel delitto era stato perpetrato (la vittima, aveva confermato anche l’autopsia, era stata dapprima colpita con il calcio di una pistola, poi con una batteria di auto e infine freddata con due colpi di arma da fuoco) e per finire con l’abbigliamento indossato da Mendola (una tuta scura e guanti da lavoro). Un omicidio che avrebbe potuto restare senza colpevole, se non fosse che la mattina del 5 aprile, in quella zona defilata fosse passato un pensionato che aveva fatto la macabra scoperta e che aveva chiamato i carabinieri; e se non fosse che qualcuno aveva riferito ad investigatori ed inquirenti che proprio la sera prima aveva udito come dei colpi, forse provenire proprio da quella zona, contribuendo così a collocare “temporalmente” il delitto. Le indagini hanno ben presto portato gli investigatori sulle tracce di Antonio Lembo, 29 anni concittadino della vittima, bloccato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Novara una settimana dopo il delitto a bordo di un treno in una zona del centro Italia. Aveva parlato Lembo, confessando il delitto; ma aveva fatto anche altri due nomi: quello di Angelo Mancino che sarebbe stato con lui quella sera nei boschi di Pombia e quello di Giuseppe Cauchi, quale mandante. Il 26 aprile in provincia di Arezzo è stato fermato e arrestato Mancino, che aveva ammesso di essere quella sera, con Lembo e Mendola, nei boschi di Pombia, perché avrebbero dovuto mettere a segno un furto in una villa, ma aveva negato qualsiasi coinvolgimento nel delitto. Mesi di accertamenti, quelli successivi sino a quando “abbiamo fatto riscontri che hanno portato a un quadro probatorio che ha retto di fronte al gip di Novara” ha commentato il sostituto procuratore Giovanni Caspani, titolare dell’indagine. E ieri mattina (martedì) all’alba i carabinieri si sono presentati con un’ordinanza di custodia cautelare nell’abitazione di Cauchi, lo hanno arrestato e portato in carcere a Busto Arsizio con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. Per investigatori ed inquirenti è il mandante del delitto “sul cui movente – ha aggiunto il procuratore capo di Novara, Marilinda Mineccia – manteniamo uno stretto riserbo”.