1

tribunale novaraNOVARA-22-09-17-Le accuse che pendevano

sul capo di un sessantenne novarese erano delle più gravi: violenza sessuale nei confronti di una ragazzina, figlia della sua compagna,  maltrattamenti e minacce alla compagna e anche al cane. Ma alla fine il processo a suo carico si è chiuso con una condanna a due mesi di reclusione per minacce. Nel corso del dibattimento infatti la stessa compagna aveva ridimensionato le accuse, affermando che “quando l’ho denunciato ero molto arrabbiata con lui e ho detto cose magari non del tutto vere. Lui mi rimproverava, litigavamo perché io giocavo alle macchinette. Picchiato no; non ha mai alzato le mani ma minacce sì; “ti cavo gli occhi come Santa Lucia e te li metto in mano” mi diceva. Una volta mi ha anche minacciata con un coltello. I litigi erano sempre per la storia del gioco, a volte anche perché incontrava gente che gli diceva di avermi vista giocare ma magari non era vero. E poi era geloso, mi controllava il telefono. Quando era così trattava male anche il cane. Poi se n’è andato di casa ma dopo tre o quattro mesi l’ho chiamato io, ero senza soldi, avevo perso il lavoro. Lui non poteva venire perché dopo la denuncia aveva il divieto di avvicinamento, così sono andata io e mi ha aiutata, ha fatto la spesa perché avevo il frigorifero vuoto. Con mia figlia? Qualche volta le chiedeva un bacetto, ma non sulla bocca. Richieste sessuali? No, mai”. “Io cercavo di mettercela tutta – si era difeso l’uomo,  settantenne novarese - per cercare di creare una famiglia. Non ho mai avuto atteggiamenti morbosi, la consideravo mia figlia. E non è vero tutto quello che aveva raccontato lei; non l’ho mai minacciata e neanche maltrattata. Bevevo, sì, ma non ho mai perso il controllo. Urlavo, ma non l’ho mai insultata e neppure ho mai alzato le mani. E anche per la storia del cane…non l’ho mai picchiato. Non so perché lei aveva raccontato quelle cose”. Lo stesso pubblico ministero aveva concluso la requisitoria con la richiesta di assoluzione per l’accusa di violenza sessuale e per i maltrattamenti nei confronti del cane e la riqualificazione in minacce dell’accusa di maltrattamenti verso la compagna, chiudendo con la richiesta di condanna alla pena finale di 30 giorni. Richieste accolte dal giudice che l’ha condannato a due mesi di reclusione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.