ARONA-8-10-2016- Grandi festeggiamenti per i 65 anni di fondazione dell'Avis Arona. Domenica scorsa
2 ottobre l'associazione ha festeggiato l’importante traguardo, non una cifra tonda ma la testimonianza di un viaggio che ancora oggi si può raccontare grazie soprattutto ai donatori e a quella famiglia della solidarietà che si è costruita e sostenuta in tutti questi decenni. Una storia nata nel lontano 1951 e caratterizzata dalla vocazione e missione principale della donazione e raccolta del sangue, ma arricchita anche dalla multiforme declinazione della generosità che può assumere diverse sfaccettature. Avis Arona in questi anni è stata solidarietà, sport, musica, scuola, ha conosciuto personaggi famosi e persone speciali, ha avuto la fortuna di avere un direttivo attivo e un gruppo giovani propositivo. Ma se la sezione Arona è ancora viva e punto di riferimento importante, anche a livello provinciale, lo è soprattutto grazie ai 1.334 donatori che hanno creduto nell’importanza del dono sincero e disinteressato: «siete il vero patrimonio dell’Avis. Se la sezione Arona è quello che è oggi lo si deve proprio a chi senza costrizione, senso di responsabilità e altruismo si dona agli altri» ha ricordato il presidente Mario Brovelli. E ai donatori è stata dedicata la cerimonia conclusiva dell’intensa mattinata, presso il Palazzo dei Congressi, dove sono state consegnate le benemerenze: 114 quelle d’oro per i soci con almeno 50 donazioni, 52 d’oro con rubino a chi ne ha effettuate almeno 60. Sono stati 12 gli oro con smeraldo per chi ha alle spalle più di 75 donazioni andati a: Narciso Brunoni, Renato Caron, Vincenzo Guglielmi, Mauro Isolini, Marco Marini, Giampiero Marino, Aurelio Merlo, Corrado Schio Mavilo, Pier Gino Soana, Cataldo Sparacino, Giuseppe Tonello, Silvestro Triggiani. Premiati anche due storici donatori: l’aronese Francesco Brambilla 63 anni, che ha ricevuto la medaglia d’oro con diamante per le sue oltre 130 donazioni effettuate a partire dal 1973. Una targa speciale è stata, invece, consegnata all’aronese Luciano Miola, donatore oggi a riposo, che nella sua “lunga carriera” ha effettuato oltre 183 donazioni. «Non è giusto fare classifiche, ma il loro esempio incarna a pieno lo spirito della donazione volontaria, il senso di solidarietà, di responsabilità e di altruismo» ha fatto notare il presidente Brovelli. I festeggiamenti si sono aperti con la messa in chiesa parrocchiale con la gradita presenza del coro “Lorenzo Perosi” diretto dal maestro Agostini, seguita dalla sfilata aperta dalla neonata banda. La Nuova filarmonica aronese, con al seguito autorità e labari delle diverse comunali Avis del territorio e delle associazioni locali, oltre alla partecipazione della popolazione, ha percorso le vie centrali della città per poi soffermarsi al monumento del donatore dove è stato deposto un omaggio floreale. Prima di chiudere con il rinfresco-aperitivo a Villa Ponti offerto a tutti i soci, il momento più “istituzionale” con la premiazione degli avisini e i discorsi. Parole di stima e di riconoscenza per l’Avis Arona sono giunte anche dal sindaco della città e dal presidente provinciale Avis. «I donatori – ha detto il primo cittadino Alberto Gusmeroli – sono una forza insostituibile, così come lo è all’interno della comunale il Gruppo Giovani che svolge un ruolo importante trasmettendo di generazione in generazione il messaggio della donazione di sangue». 1.334 gli iscritti ad Arona, di cui 873 maschi e 661 donne, 131 gli under 25. Una sezione tra le più attive della Provincia e una delle poche anche a livello regionale ad avere un gruppo giovanile attivo ed intraprendente. «Avis Arona è una realtà considerata fiore all’occhiello – ha ricordato il presidente provinciale Mauro Gattoni - con un Gruppo Giovani molto presente. Festeggiare il 65esimo è anche l’occasione per dare l’idea di quello che è Avis e di cosa faccia sul territorio: siamo una realtà nazionale di cui spesso si dà per scontato, ma dobbiamo servire 65 milioni di persone, numeri “importanti” sui quali bisognerebbe riflettere. Il donatore dona in maniera anonima il suo sangue e poter applaudire e riconoscere con una cerimonia le tante persone è una bella testimonianza».