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tanzonia devero fabbri

DEVERO- 21-01-2024-- Nel meraviglioso “Grande Est” di Devero si trova la Punta di Tanzonìa. L'escursione è lunga, ma non particolarmente faticosa. Un po' di attenzione, se si vuole proprio salire in vetta dal Passo di Tanzonia.

GITA  N. 28

PUNTA DI TANZONIA

SETTEMBRE 2014

Dislivello totale:  1.200 m.  Tempo totale: 7 h. Sviluppo totale: 18,53  km.

Bella giornata: solo qualche nuvola di passaggio e un fresco venticello. Siamo in dodici ed un giovane lavoratore, oggi a riposo, abbassa l'età media e la percentuale di escursionisti INPS. Ci sono anche Asia e Willy con la loro trazione quattro per quattro. Dopo un franco scambio di opinioni con il sempre cortese posteggiatore dell'Alpe Devero, 1631, ci avviamo verso Corte d'Ardui, 1748, e arriviamo a Crampiolo, 1767. Qui teniamo la destra e saliamo al lago di Devero, 1856.

Il paesaggio intorno al lago più “vasto” dell'Ossola ricorda alcuni scorci da favola delle lontane Rocky Mountains. La differenza è che li abbiamo “dietro casa”. Non è fortuna questa? Sempre sul sentiero ad est del lago ci eleviamo dolcemente, poi pieghiamo decisamente a oriente su sentiero più ripido e raggiungiamo l'Alpe della Valle, 2048 (poco più di un’ora e mezza da Devero).

Di qui quasi tre quarti d’ora su sentiero abbastanza evidente fino all'Alpe Naga, 2210, luogo prescelto per la colazione. Siamo nel regno delle marmotte. Poco dopo la ripresa del cammino  puntiamo a sud-est e arriviamo ai 2405 metri del Passo di Pojala. Alla nostra destra si scende all'omonimo lago, a sinistra il sentiero prosegue verso la più nota Bocchetta della Valle. In mezzo, davanti a noi in direzione est, inizia l'ultima salita, prima dolce, poi sempre più ripida  fino al Passo di Tanzonia, che dà sull'ampia conca di Vova. Siamo a quota 2572.

La vetta è alla nostra destra, verso sud. Il terreno è un po' impervio, ma è presto, splende il sole, il panorama tiene alto il morale e, quindi, lasciamo un po' di spazio alla creatività. Un semiprofessionista ossolano si avventura da solo in un traverso su prato ripido sul versante ovest, aggira la vetta e la conquista comodamente da sud. Stiamo parlando di un quarto d’ora di cammino.

Gli altri, meno professionisti, si portano sulla “parete est” (non del Rosa!), dove c'è più sole. Alla prima difficoltà abbandonano gli zaini e, su terreno molto ripido, salgono in vetta, quota 2684.  Quasi un’ora e un quarto dall’Alpe Naga. La cima, effettivamente, è un po' “aerea” e compare una corda che darà un po' di tranquillità in più a qualcuno nella discesa fino agli zaini. Asia e Willy, con la loro trazione integrale e “guinzagliati”, non hanno problemi. Si ridiscende verso Naga e si pranza in riva ad un torrentello. Prima dell'Alpe della Valle viriamo a sinistra e, aldilà del Rio della Valle, risaliamo qualche decina di metri. Siamo in pieno “grande Est”.

Su sentiero non sempre evidente, ma in tutta calma e con qualche saliscendi, passiamo da Corte Cobernas, 2001, e Alpe Sangiatto, 2010, chiudendo l'anello a Corte d'Ardui. Il lungo sviluppo del percorso fa sì che la discesa duri quanto la salita.

Verso le sedici siamo a Devero e, poco dopo, ripassiamo dal posteggiatore, per la verità instancabile nel compiere il proprio dovere, che ricontrolla con orgoglio i biglietti verdi del parking venduti nove ore prima con rude personalità.

Gianpaolo Fabbri

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