
NOVARESE - 24-02-2024 -- E' possibile produrre cibo favorendo tutela ambientale e del clima, garantendo reddito ai produttori ?
Per l'Associazione Bionovara è possibile. E viene spiegato con una nota diffusa, in un periodo in cui c'è una grande attenzione mediatica sul mondo agricolo.
Scrive l'Associazione in una nota: "Noi, come coltivatori e coltivatrici dell’Associazione BioNovara, sentiamo l’esigenza di comunicare che è possibile praticare un modo di produrre cibo favorendo la tutela dell’ambiente e del clima e garantendo nel contempo un reddito dignitoso ai produttori. E lo vogliamo dimostrare tramite il nostro lavoro di contadini (ortolani, apicoltori, vignaioli e frutticoltori). Siamo accomunati dall’adesione ai metodi e ai valori dell’agricoltura biologica e dallo stretto rapporto con il territorio della nostra provincia (con qualche “sconfinamento” in quelle limitrofe); siamo impegnati quotidianamente con tenacia e passione a recuperare fazzoletti di terra abbandonata perché troppo marginali o a sottrarre al consumo di suolo gli ultimi scampoli di campagna assediati dall’urbanizzazione, o ancora a rigenerare la fertilità di terreni depauperati da anni di sovrasfruttamento agro-industriale. Le nostre piccole aziende sono radicate nel luogo in cui operano, sia perché pratichiamo un’agricoltura che è determinata a rispettare il suolo e l’ambiente in cui lavoriamo e viviamo, sia perché crediamo nel valore della filiera corta, altro fattore che rende questo tipo di agricoltura più ecosostenibile".
Aggiunge la nota: "Sentirete quindi la nostra voce nei mercati contadini, nei gruppi d’acquisto e nei mercati locali dei vostri paesi e quartieri, perché la modalità economicamente più sostenibile per il nostro tipo di agricoltura è la vendita diretta. I consumatori locali, con i quali si instaura una relazione di fiducia personale, riconoscono il valore aggiunto dei nostri prodotti, sia in termini di freschezza, che di qualità. Essi sanno che ciò che mangiano è davvero maturato sulla pianta ed è stato raccolto poche ore prima e non ha mai conosciuto fertilizzanti o fitosanitari sintetici, né celle frigorifere, containers, magazzini, o lunghi viaggi su camion che attraversano nazioni in autostrada. Pratichiamo da sempre le rotazioni e le consociazioni e nelle nostre aziende la biodiversità coltivata convive con quella selvatica, dal momento che spesso siepi, boschetti, fossi, sentieri, zone umide e parcelle a riposo costituiscono parte integrante del territorio aziendale (ben oltre il 4% delle aree incolte richieste dalla Politica Agricola Comunitaria).
La nostra economia ci permette di non essere dipendenti dal costo dei carburanti e dalle altre materie prime, perchè incentrata sul lavoro manuale e sull’utilizzo di risorse locali come il letame, insostituibile e prezioso. Saperi antichi e tecniche all’avanguardia si integrano nei nostri campi, creando prodotti e occupazione di qualità. Soprattutto, a differenza di molte altre che ora si trovano in difficoltà, le nostre imprese costituiscono un modello di resilienza perché non dipendenti da finanziamenti e sussidi pubblici o privati. Le nostre aziende si basano sulle conoscenze, sul lavoro e sull’etica dei soci agricoltori e pertanto risultano capaci di offrire un’opportunità a nuovi imprenditori disposti a investire in una vita fatta sì di sacrifici ma soprattutto di soddisfazioni, come quella di ricucire il legame sociale tra chi coltiva il cibo e la propria comunità territoriale: è questo per noi il significato più genuino del concetto di sovranità alimentare"


