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team upo ricerca mel

NOVARA - 07-07-2024 -- Un team di ricerca dell'Università del Piemonte Orientale, guidato dalla dottoressa Valentina Audrito, ha pubblicato sulla rivista “Molecular Cancer” uno studio che presenta un’importante scoperta relativa alla lotta contro il melanoma. Il lavoro presentato è stato frutto della collaborazione tra Università di Torino (capofila dello studio), UPO e Università di Siena.


Il gruppo di ricerca dei tre Atenei ha individuato un nuovo e inatteso meccanismo molecolare coinvolto nella resistenza alla terapia al bersaglio, quale la via di segnalazione mTORC2, che, diversamente dal ruolo pro-tumorigenico descritto in altri contesti oncologici, per la prima volta viene vista come oncosoppressiva nei melanomi BRAF-mutati. La ridotta funzionalità di questa via di segnalazione, che viene peraltro indotta nelle cellule di melanoma dalla stessa terapia mirata, porta allo sviluppo di resistenza terapeutica mediante incremento del metabolismo mitocondriale e inducendo l’attività di un enzima chiave, coinvolto nella biosintesi di NAD, chiamato NAMPT. Punto focale della ricerca ha riguardato la verifica che, accoppiando la terapia mirata a inibitori di NAMPT nei melanomi con bassi livelli di mTORC2/RICTOR, viene ripristinata l’azione della terapia contro il tumore in modelli preclinici.


La scoperta offre dunque un nuovo strumento per la medicina di precisione, in quanto la misurazione dei livelli di mTORC2/RICTOR nel melanoma potrà aiutare le equipe oncologiche a scegliere la strategia terapeutica più adeguata ed efficace per il paziente.
Lo studio, guidato dal professore Enzo Calautti e dal dottor Luca Ponzone dell’Università di Torino, ha visto la stretta collaborazione dei ricercatori del laboratorio di Biochimica Molecolare dei Tumori del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica UPO, che vede coinvolte nello studio, oltre alla già citata dottoressa Audrito, responsabile del laboratorio, il professor Alessio Menga (DISS), la dottoressa Irene Fiorilla, la dottoressa Lidia Avalle (DISIT) e la dottoressa Francesca Orso (DIMET). L’Ateneo senese, infine, ha contribuito con il lavoro svolto dalla professoressa Claudia Landi, il professor Luca Bini, la dottoressa Lorenza Vantaggiato e la dottoressa Enxhi Shaba.


La ricerca è stata finanziata da una erogazione liberale della Banca d’Italia al professor Calautti, dall’Associazione Italiana di ricerca sul Cancro (AIRC) per la dottoressa Audrito e numerosi altri finanziamenti AIRC che supportano diversi ricercatori coinvolti nello studio e, per quanto riguarda la professoressa Claudia Landi, dal Grant dell’Università di Siena. (c.s)

 

 


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