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NOVARA - 11-07-2024 -- L’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha recentemente presentato presso la Camera dei Deputati, a Roma, i dati che compongono il Focus 2023 sulla formazione di Area Medica in Italia. Questo rapporto offre una panoramica dettagliata del percorso formativo medico, dall’accesso ai corsi di laurea fino alle scuole di specializzazione. L’ANVUR, nell’ambito delle sue attività di studio e valutazione, ha raccolto una vasta quantità di informazioni, ha messo a confronto il sistema italiano con alcune realtà europee paragonabili e ha reso disponibili dati che provengono da banche dati ministeriali e dal Consorzio AlmaLaurea, che annualmente raccoglie le opinioni, i dati occupazionali e il grado di soddisfazione di chi si laurea in Italia.

Il Focus è stato introdotto dal presidente ANVUR Antonio Felice Uricchio e dal direttore di ANVUR Daniele Livon. Il professor Menico Rizzi, rettore-eletto dell’Università del Piemonte Orientale, già consigliere dell’ANVUR e referente per il settore della Sanità, ne ha illustrato la metodologia e i contenuti di analisi. All’evento presso la Camera dei Deputati hanno preso parte il rettore di UPO Gian Carlo Avanzi e la direttrice generale di UPO Loredana Segreto.

I dati ANVUR restituiscono una fotografia del sistema universitario italiano per ciò che riguarda la formazione di chi si iscrive al corso sessennale di Medicina e Chirurgia, percorso formativo sempre presente anche all’Università del Piemonte Orientale nel polo formativo di Novara e, dall’anno accademico 2018/19, anche in quello di Alessandria. L’UPO ha 1.198 iscritte/i a Medicina e Chirurgia e mette attualmente a disposizione complessivamente 230 posti tra Novara (130) e Alessandria (100), più del doppio rispetto ai 100 disponibili nell’anno 2013/14.

Il Focus ANVUR mette in evidenza che nelle sedi delle regioni del Nord-Ovest è decisamente maggioritaria (84,5%) l’immatricolazione ai corsi di Medicina e Chirurgia di studentesse e studenti con residenza nello stesso ambito territoriale. Nel caso di UPO il dato arriva al 96,3% di iscritti che sono residenti nella stessa area geografica. Sebbene sia ancora molto il lavoro da compiere in termini di attrattività del territorio – solo il 48% di chi fa il test di accesso indica UPO come prima opzione –, i dati che riguardano la qualità della formazione dei laureati mettono in evidenza l’ottima preparazione di chi ottiene il titolo all’UPO: il punteggio medio ottenuto dei laureati UPO partecipanti alla prova nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione, infatti, è stato di 89,3 (la media nazionale è ferma a 83,2) nell’anno 2022/23, nonostante un voto medio di laurea inferiore a quello della media nazionale (UPO 106,5, Italia 108,1). Proprio l’incrocio tra questi due dati colloca l’UPO tra gli atenei che formano laureati che ottengono punteggi superiori alla media alla prova nazionale ma con voti di laurea inferiori alla media.

Sono molto buoni anche i dati che misurano il grado di soddisfazione dei laureati UPO in Medicina e Chirurgia. L’88% di loro si dichiara decisamente soddisfatta/ o soddisfatta/o dell’esperienza formativa (la percentuale sale al 91,8% tra chi è iscritta/o a una Scuola di Specializzazione) e il 72,8% si iscriverebbe nuovamente all’Università del Piemonte Orientale.

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