NOVARA -02-10-2024 -- Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro ha dedicato la cover di ottobre della rivista Fondamentale alla storia di Benedetta, che a 25 anni si è trovata di fronte a una diagnosi di carcinoma alla mammella in pieno lockdown, e dell’équipe oncologica guidata dalla professoressa Alessandra Gennari (Dipartimento di Medicina traslazionale UPO), al “Maggiore della Carità” di Novara che l’ha aiutata a ritrovare la speranza di una vita normale.
Nel febbraio 2020, durante il dilagare della pandemia da Covid-19, a Benedetta viene diagnosticato un carcinoma alla mammella che spinge i medici del reparto di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara a optare per la mastectomia totale del seno destro. «Un carcinoma della mammella quando si hanno poco più di vent’anni è inaspettato, nessuna è preparata» racconta Alessandra Gennari, responsabile del reparto di Oncologia dl “Maggiore”, professoressa ordinaria di Oncologia medica all’Università del Piemonte Orientale e ricercatrice AIRC. «Gli esami dimostrarono che si trattava di una forma operabile, il tumore era esteso ma solo minimamente invasivo e dunque, come indicato dalle linee guida, dopo la mastectomia totale con l’asportazione dell’areola e del capezzolo, la chemioterapia non sarebbe stata necessaria.»
L’operazione riesce perfettamente, la paziente risponde sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico grazie al lavoro di supporto della psiconcologa Sara Rubinelli. Benedetta torna al lavoro e nei mesi successivi conosce Marco. Nel 2022 e nel 2023 nascono le loro due bambine Sole e Noa. «Benedetta ci stupì tutti per la sua determinazione – racconta la professoressa Gennari –. Voleva capire se sarebbe potuta diventare mamma e allattare, un atteggiamento che dimostrava una grande capacità di distaccarsi dalla malattia e di programmare il futuro. Lei ha saputo mettere in ordine le proprie priorità.»
Gli ultimi vent’anni hanno fatto registrare progressi significativi nel trattamento del tumore al seno. L’introduzione di farmaci biologici, come il trastuzumab, ha permesso di individuare e colpire specificamente le cellule tumorali, migliorando notevolmente le prospettive di guarigione per molte pazienti. Tuttavia, alcune forme di tumore al seno, come quello triplo negativo – su cui si concentra il progetto di ricerca della professoressa Alessandra Gennari sostenuto da AIRC al centro della campagna Nastro Rosa–, rimangono più difficili da trattare. «La ricerca deve concentrarsi sull’identificazione di nuovi bersagli terapeutici e sulla comprensione dei meccanismi che rendono alcuni tumori resistenti alle terapie. L’obiettivo è personalizzare sempre di più le cure – conclude Gennari – scegliendo il trattamento più adatto per ogni paziente.»