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NOVARESE - 20-01-2025 --La diffusione della PSA continua a segnalare livelli preoccupanti per il comparto, mettendo a rischio non solo la salute animale, ma l'intera filiera suinicola del nostro Paese, un settore cruciale per l'economia nazionale e per la tutela delle nostre produzioni di qualità. Rinnovata la preoccupazione di Coldiretti in occasione dell’incontro in Regione con il Commissario straordinario alla Peste suina Giovanni Filippini, avvenuto mercoledì nei giorni scorsi.
Il 2024 è stato un anno nero per alcune imprese del territorio che hanno dovuto far fronte ad alcuni casi di Psa nei propri allevamenti e che hanno dovuto quindi procedere all’abbattimento dei capi.


“Rimane cruciale, come strumento di limitazione dell’infezione, il contenimento della fauna selvatica, con la totale rimozione dei cinghiali - dichiara Bruno Mecca Cici, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia - Tuttavia nel 2024 gli abbattimenti sono stati inferiori all’anno precedente con oltre 6300 capi in meno abbattuti. Nell’anno appena concluso gli abbattimenti totali sono stati di poco superiori alle 31.000 unità – di cui circa metà per attività venatoria e metà per attività di controllo. Numeri ben lontani dall’obiettivo annuale fissato dal Piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (2023-2028) di 58000 capi. La nostra richiesta è di attivare dovute deroghe legate all’attività di caccia per contenere il più possibile la diffusione e aumentare il numero di capi abbattuti come da obiettivo”.


“E’ fondamentale che ci sia un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori nelle zone di restrizione per evitare grandi speculazioni come sarà necessario procedere a uno stop dei mutui per le aziende colpite – evidenziano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori - E’ urgente che vengano da subito attivate procedure per il risarcimento dei danni subiti dalle aziende agricole messe in difficoltà dalla Peste suina come avvenuto nei nostri territori, anche in considerazione del rischio deprezzamento del valore dei suini per gli allevamenti localizzati in zone di restrizione”.

 


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