NOVARA- 03-02-2017- E' stato arrestato e condannato a morte. Ahmadreza Djalali, un medico di 45 anni che tra il 2012 e il 2015 ha studiato e lavorato al Crimedim, il Centro di ricerca in medicina di emergenza e delle catastrofi di Novara dallo scorso aprile è in carcere in Iran e ora sarebbe stato condannato a morte. La moglie, che vive a Stoccolma con i due figli, ha lanciato l'allarme e chiesto aiuto, ed in Italia si è subito diffusa la notizia, l’Università del Piemonte Orientale, ha lanciato un raccolta fondi per sostenere le spese legali, la Regione Piemonte è intervenuta presso il Governo e Ue. Ora della questione se ne interessano anche alcuni parlamentari: “La notizia del medico iraniano condannato a morte in quanto ritento spia non può lasciarci indifferenti, anche per il fatto che Ahmadreza Djalali per quattro anni ha lavorato a Novara, all’Università del Piemonte Orientale»: così il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Gaetano Nastri commenta la vicenda e si impegna a farsi parte attiva per portare a livello ministeriale la vicenda, in modo che anche il governo italiano possa far sentire la sua voce: “Scriverò una lettera al ministro competente – spiega Nastri – affinché anche l’Italia possa muoversi a impedire quello che sarebbe un vero e proprio crimine, affiancando la “European society for emergency medicine” che già si è impegnata per la sua liberazione. Infatti, stando a quanti lo hanno conosciuto durante la sua permanenza a Novara tutto possono credere fuorché sia una spia”.